La storia del body art è profondamente radicata nelle tradizioni umane, manifestandosi principalmente attraverso la pratica della perforazione del corpo per inserire gioielli, un gesto che oggi continua ad essere popolare per fini decorativi e rituali.
Questa forma d'arte risale a tempi antichi, come dimostra la mummia di Similaun, datata 5000 anni fa, con lobi dilatati fino a 10 mm e adornata di tatuaggi, rinvenuta in un ghiacciaio austriaco.
Nell'antico Egitto, la perforazione dei lobi era simbolo di appartenenza a determinate classi sociali, mentre si crede che il piercing all'ombelico fosse un privilegio riservato ai faraoni e alle loro consorti.
Oggigiorno, il piercing è visto come un mezzo di espressione personale e di valorizzazione della propria bellezza, amato da chi desidera distinguersi. In India, la pratica del piercing assume anche un significato culturale e benessere, con le bambine che ricevono i fori ai lobi entro i cinque anni di età e le donne adulte che si perforano la narice sinistra, in accordo con le credenze ayurvediche. Questa posizione è ritenuta beneficiare il benessere femminile e facilitare il parto, essendo collegata agli organi riproduttivi femminili.
La storia del body art attraverso la perforazione del corpo rivela un mosaico di significati e pratiche che variano dalle funzioni estetiche e di status sociale a quelle culturali e di benessere, mantenendosi una forma di espressione personale e collettiva ampiamente adottata in tutto il mondo.